Alla Fortezza I Colmi, sull’isola di La Maddalena, si è svolta ieri sera, 26 luglio, la prima serata del festival “La Valigia dell’Attore”, giunto alla sua ventesima edizione. Con un palcoscenico allestito in modo austero, dove i teli di sfondo erano lievemente mossi dal vento all’interno di una scenografia essenziale ma ricca di passaggi fondamentali, Emanuele Salce ha portato in scena il suo spettacolo più noto, Mumble mumble, presentato per la prima volta a Roma nel 2010 e riproposto negli anni con piccole nuove sfumature, generate da oltre cinquecento repliche. Una narrazione straordinaria di alcuni eventi che ne hanno segnato la vita professionale e personale con vicende vissute in un’intima lettura tragicomica. Due dei tre atti andati in scena sono infatti un flusso ininterrotto di racconti conditi dall’esperienza esistenziale accumulata accanto ai due padri dell’attore e regista: il padre naturale, Luciano Salce, e quello adottivo, Vittorio Gassman. La loro perdita ha segnato in Salce due lutti vissuti con diversa consapevolezza, il primo all’età di ventitré anni, il secondo a trentaquattro. In entrambe le circostanze, gli accadimenti reali assumono inevitabilmente i tratti di una pièce teatrale, con protagonisti, comparse, infiltrati, frasi fatte: un vero copione per chi sa esplorare la vita. E dunque non solo si riflette sulle drammaticità enunciate, ma anche molto si ride per le piccole verità, dell’altro lato della medaglia. Luciano Salce, la cui esistenza è stata segnata da due terribili anni di prigionia per mano dei tedeschi dopo l’armistizio del 1943, è stato uno dei più versatili artisti di cinema, teatro e televisione. «Forse così prolifico e poliedrico da non aver avuto il meritato plauso: troppo poco etichettabile” – ha testimoniato Emanuele nell’incontro con il pubblico a fine spettacolo insieme al critico cinematografico Fabio Ferzetti, ricordando anche della difficoltà di essere considerati figli d’arte: «Se da una parte sembra tutto più facile, dall’altra ci sono enormi resistenze, giustificato timore dei confronti. E a pensarci, tutti i “grandi”, da Gassman a Marlon Brando, sono nati dal nulla, dal loro unico talento».
A fargli da spalla, il bravissimo Paolo Giommarelli, in un ruolo che somiglia a quello di un privilegiato spettatore che vede a poco a poco nascere uno spettacolo fino alla sua compiutezza.
Stasera saliranno invece sul palco due maestri della risata, che hanno rivelato nel loro ultimo pluripremiato film, La stranezza di Roberto Andò, spesse corde drammatiche; Ficarra e Picone. A loro sarà consegnato il Premio “Gian Maria Volonté” all’eccellenza artistica, mentre domattina saranno protagonisti di un incontro con il pubblico, alle ore 11:00 presso la sede degli ex Magazzini Ilva a Cala Gavetta, per ripercorrere la loro brillante carriera.
Venerdì 28 luglio avrà poi luogo la presentazione delle allieve e degli allievi del ValigiaLab, tredicesima edizione del laboratorio gratuito di alta formazione sulle tecniche di recitazione, che si terrà sull’isola di Caprera, successivamente al festival, dal 31 luglio al 6 agosto. Tutor di quest’anno sarà l’attrice Donatella Finocchiaro, in collaborazione con Greta Vincenza Caponnetto, che hanno scelto come tema “L’arte di vivere”. Il coordinamento del laboratorio è di Fabrizio Deriu. I candidati prescelti saranno presentati alle ore 21:00 alla Fortezza I Colmi.
La serata continuerà successivamente con l’omaggio a Francesco (Citto) Maselli e a Gian Maria Volonté di cui parlerà la moglie del regista recentemente scomparso, Stefania Brai, introducendo la proiezione del film Il sospetto, che segna il loro incontro artistico, umano e ìntellettuale, opera co-sceneggiata da Maselli con Franco Solinas.
L’ingresso al festival è libero a tutti fino ad esaurimento posti senza obbligo di prenotazione.