“60 ANNI DI MADE IN ITALY” APPRODA A BERNA

Creazioni iconiche ed abiti indossati da star per raccontare lo stile inconfondibile dei principali protagonisti della moda italiana, dagli anni’50 fino ai nostri giorni.

di Angelica Bianco

Nel prestigioso centro commerciale di West side a Berna, struttura moderna multiuso progettata dall’architetto polacco di fama internazionale, Daniel Libeskind, è in corso, sarà inaugurata il 13 di marzo, una mostra sulla nascita e l’evoluzione della moda italiana dal titolo: “60 anni di made in Italy – I protagonisti dello stile italiano dagli anni ’50 fino ad oggi”. La rassegna, ideata dalle giornaliste Fiorella Galgano e Alessia Tota, presenta ben 60 creazioni sartoriali e racconta la storia di 39 sarti e stilisti che hanno reso famoso il “made in Italy” in tutto il mondo, attraverso creazioni di alta moda e prêt-à-porter. Il format trae origine dall’archivio personale realizzato dalle giornaliste e oltre ai capi storici, consente di ammirare alcuni oggetti “cult”, come accessori e gioielli, a testimonianza dello stile inconfondibile ed esclusivo dei maestri della moda italiana. In un tripudio di colori, tra manichini ben allineati e un mix di combinazioni di tessuti pregiati: sete, lame`, broccati, velluti e ricami, incontro Alessia Tota, la curatrice della mostra, figlia della vulcanica e indimenticata Fiorella.

La tua passione per la moda ha radici profonde, tua madre è stata una delle modelle più richieste degli anni 60/70 e di sé amava dire: “… sono visceralmente appassionata delle eccellenze italiane”.

Vero, tanto che, finiti gli studi, diventa giornalista e poi imprenditrice nel campo della moda, una passione che la spinge a girare il mondo con lo scopo di far conoscere il genio italiano e promuovere tutti i settori del “made in Italy”. La svolta arriva alla fine degli anni `80, quando fonda lo studio Galgano con sede a Roma e a Milano, nella prestigiosa via Montenapoleone, rappresentando noti stilisti e marchi importanti internazionali. In quegli anni si rende conto che anche se i nomi dei grandi protagonisti della moda sono conosciuti e amati ovunque, molto poco invece si sa della loro storia personale e professionale e di come la moda italiana si sia trasformata a partire dalla sua nascita negli anni `50. Decide quindi di raccontarlo lei stessa attraverso questa mostra di abiti storici, collezionati nel tempo e, in parte, donati dalle stesse case di moda.

La vostra collezione, che nel corso degli anni ha incantato numerose capitali mondiali, passando dall’Italia a Tokyo, Rio De Janeiro, Washington, Kuala Lumpur, Singapore, Mosca e paesi come India, Canada, Cina, Uzbekistan, come è stata accolta all’estero?

Nel corso degli anni abbiamo avviato una serie di collaborazioni con organi istituzionali in Italia e all’estero, come il Ministero degli affari Esteri e Cooperazione Internazionale, l’Agenzia ICE e varie Ambasciate d’Italia nel Mondo. Questo ci ha permesso di realizzare eventi importanti e di allestire la mostra sempre presso sedi molto prestigiose. Inoltre, l’interesse da parte della stampa locale e del pubblico è sempre stato impressionante. Insomma, la moda italiana e più in generale il design e l’arte italiana suscitano sempre molto interesse e sono immancabilmente apprezzate. Se parliamo poi in termini economici, nel 2022 il comparto moda italiano ha superato i 90 miliardi di euro di fatturato e i 75 miliardi di euro di export, in crescita rispetto ai dati pre-pandemici. E ‘pur vero che, in seguito alla guerra in Ucraina, il settore si è trovato a fronteggiare non pochi problemi, tra cui la chiusura dei negozi, l’aumento vertiginoso dei costi energetici e delle materie prime. Nonostante questo, però, la moda continua a farci sognare e non sembra avere battute di arresto, anche nel periodo del lock down, le sfilate e i casting erano digitali.

Perché la moda italiana è apprezzata così tanto nel mondo?

Gli italiani sono sentimentali ed in ogni cosa che realizzano non mettono solo il cervello, ma soprattutto il cuore. Questo viene riconosciuto dalle persone. Si crea da subito, un legame speciale tra l’abito realizzato da uno stilista e la persona che lo indossa perché questa sente di comunicare verso l’esterno un messaggio di bellezza.

Hai avuto la fortuna di conoscere i più grandi stilisti italiani, nomi che sono leggende, dalle Sorelle Fendi a Renato Balestra, da Raffaella Curiel a Laura Biagiotti, da Valentino a Ferrè, solo per citarne alcuni. Chi ti è rimasto nel cuore e se c’è un aneddoto che vuoi raccontarci

Posso dire di aver avuto un rapporto speciale con zia Micol (Micol Fontana delle Sorelle Fontana ndr) perché quando ero ancora una studentessa, frequentavo il liceo proprio davanti il suo atelier a Roma. Spesso quando uscivo da scuola nel pomeriggio passavo da lei e mi sembrava di entrare in un mondo fiabesco, dove ancora si respirava l’atmosfera de “La Dolce Vita” e mi divertivo ad ascoltare i suoi racconti sulle tante bellissime star che lei con le sue sorelle vestiva.

A che tipo di donna straniera piace la moda italiana e come è cambiata nel tempo?

La moda italiana è rappresentata da stilisti così diversi e variegati che è difficile trovare una tipologia di donna, per cultura o posizione sociale, che non riesca ad apprezzarla. La moda non è altro che l’espressione dei tempi e della società in un determinato momento storico e quindi anche quella italiana ha seguito, a volte persino anticipato, il cambiamento nel gusto e nel concetto di eleganza delle persone.

Quale è lo stilista italiano più conosciuto al mondo e per il quale tua madre sfilava più volentieri?

Mia madre ha sfilato principalmente per i sarti di alta moda, i quali, per la maggior parte, ormai non esistono più o sono poco conosciuti. I brand italiani, noti attualmente a livello internazionale, sono soprattutto quelli del prêt-à-porter, che mia madre ha seguito come giornalista di moda e sono ancora tantissimi, da Armani, Versace, Prada, Salvatore Ferragamo, Dolce & Gabbana…ai più giovani Riccardo Tisci, Gianbattista Valli, Pierpaolo Piccioli, Maria Grazia Chiuri solo per citarne alcuni.

La moda è creatività, intuizione, fantasia e spesso trova ispirazione nell’arte. Alcuni modelli esposti sono delle vere e proprie opere d’arte, come l’abito da sera in crepe rosso con lunga coda, indossato nel 1998 da Claudia Schiffer, a firma di uno dei marchi storici più amati al mondo: Valentino; l’abito “iconico” realizzato da Gianfranco Ferrè in seta e taffetà; il famoso smoking “regimental” di Giorgio Armani; l’abito da red-carpet di Prada o la creazione in cristalli Swarovski di Versace.

Arte e moda sembrano un connubio perfetto, quale degli stilisti presenti in mostra ti sembra più ispirato “artisticamente”?

Se dovessi pensare ad un sarto pittore mi verrebbe in mente Lancetti. Lo stilista è stato un attento osservatore del mondo dell’arte da cui ha tratto costantemente ispirazione. Matisse, Modigliani, Kandinskij, Picasso, hanno sicuramente contribuito alla creazione dei suoi tessuti dal forte impatto cromatico.

Gli abiti in mostra sono stati selezionati, proprio in modo da rappresentare lo stile per il quale ciascuno stilista si è contraddistinto, ma anche per identificare un preciso momento storico della società italiana. E‘ il caso dei modelli simbolo dell’epoca de “La Dolce Vita”, in cui la moda era fortemente legata al cinema hollywoodiano e a Roma arrivavano le grandi star per girare i Kolossal negli studi di Cinecittà. Il famoso atelier di Piazza di Spagna, delle Sorelle Fontana è stato, per molto tempo, il crocevia delle più famose dive dell’epoca. Dalle loro sapienti mani è nato l’abito talare creato per Ava Gadner nel film “La Contessa scalza” (1954). Il famoso “Pijama Palazzo” della Principessa Galitzine, è stato realizzato per Claudia Cardinale mentre girava il film “La Pantera Rosa” (1963). Per arrivare agli anni `90, con il prezioso smoking a firma Brioni per Pierce Brosnan, alias James Bond, indossato nel film “Die another Day”

Una delle creazioni “più datate” della mostra è rappresentata dall’abito in raso di Schubert del 1950, indossato dall’amata Gina Lollobrigida, scomparsa di recente. Quale contributo il cinema ha dato alla moda e viceversa?

L’abito o meglio i costumi di scena nel film aiutano a definire meglio un contesto ambientale o storico e ad esprimere un’emozione o ancora a delineare un personaggio. La moda è quindi un elemento essenziale del cinema. Nello stesso tempo, le idee ed i concetti raccontati attraverso il cinema possono essere rivisitati da un creatore di moda e fissati nel taglio e nel volume di un particolare modello che acquisisce un determinato stile. Un esempio sono le creazioni che Giorgio Armani ha realizzato per alcuni film famosi come “Gli Intoccabili” o “American Gigolò”. La forza e il coraggio o l’eleganza e la sensualità raccontati in questi due film sono stati sottolineati dagli abiti indossati dai protagonisti, ma allo stesso tempo quei film hanno reso gli stessi modelli “super-iconici”.

Si dice che la vera eleganza non è “farsi notare”, ma “farsi ricordare”

E ‘senz’altro così, ma e ‘anche collegata con un concetto di armonia ed equilibrio che la nostra personalità riconosce e riesce ad esprimere. Eleganza è anche capire cosa riesce a valorizzare la propria persona, inclusi i difetti. E soprattutto tenere a mente l’occasione per cui si sceglie di indossare un certo abito.

I Brand moda presenti:

  • Haute Couture:Renato Balestra, Brioni, Roberto Capucci, Helietta Caracciolo, Franco Ciambella, Marella Ferrera, Sorelle Fontana, Egon von Fürstenberg, Galiziane, Lancetti, André Laug, Antonio Marras, Gai Mattiolo, Lorenzo Riva, Sarli, Schuberth, Valentino
  • Prêt-à-porter: Walter Albini, Giorgio Armani, Laura Biagiotti, Mariella Burani, Roberta di Camerino, Roberto Cavalli, Enrico Coveri, Dolce & Gabbana, Etro, Fendi, Salvatore Ferragamo, Gianfranco Ferrè, Alberta Ferretti, Genny, Gucci, Krizia, Max Mara, Missoni, Moschino, Prada, Emilio Pucci, Versace

Author: redazione