ANNA: a salvarci il mondo

Dal 23 aprile la nuova serie firmata Sky Original per la regia di Niccolò Ammaniti. La storia nasce da un contesto realistico ed attuale: il mondo è stato distrutto da un virus pandemico

https://youtu.be/fKn3FVhvtX4

di Maria Grazia Di Mario

ANNA: a salvarci il mondo

“Quando ero piccolo ed andavo a scuola mi chiedevo perché ero costretto a fare quella vita, perché non si può essere liberi come gli animali e così adoravo raccontarmi delle storie, inventare un mondo altro nel quale rifugiarsi” ha dichiarato Niccolò Ammaniti, alla sua seconda prova di regia con Anna ( su Sky e NOW dal 23 aprile a partire dalle 21,15), nel corso della conferenza stampa organizzata da Sky Italia. ANNA è una serie Sky Original, tratta dal romanzo omonimo pubblicato da Einaudi nel 2015, prodotta da Mario Gianani e Lorenzo Mieli con Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del gruppo Fremantle, in coproduzione con ARTE France, The New Life Company e Kwaï.

La storia di Anna nasce da un contesto realistico ed attuale: il mondo è stato distrutto da un virus pandemico

La storia di Anna (interpretata dalla piccola Viviana Mocciaro e dalla adolescente Giulia Dragotto) nasce da un contesto complicato ma realistico, sia per il richiamo ad una pandemia virale (la rossa) che uccide gli adulti, sia per la mancanza di misericordia e rispetto nei confronti del mondo infantile (i genitori sono sordi di fronte al dolore dei figli) e così la piccola protagonista sprofonda in un sogno, una sorta di allucinazione in cui si mescolano vari piani ed avventure (protagonisti Anna bambina e Anna adolescente con la presenza del fratellino Astor (Alessandro Pecorella) che dovrà salvare, Pietro (Giovanni Mavilla) , l’amico adolescente, il suo alter ego maschile e un amico a 4 zampe, un pastore maremmano, Coccolone. Angela Tramontano è la perfida Angelica https://tg24.sky.it/spettacolo/serie-tv/2021/04/15/anna-serie-tv-angelica-clara-tramontano-video.

Protagonista un mondo fiabesco che affonda bene le sue radici nella realtà e che, come nelle buone fiabe, trasforma i personaggi in salvifici ed infernali trascinandoli in un susseguirsi di eventi verso una conquistata e sofferta “salvezza”.

Protagonista un mondo fiabesco che affonda bene le sue radici nella realtà e che, come nelle buone fiabe, trasforma i personaggi in salvifici ed infernali trascinandoli in un susseguirsi di eventi verso una conquistata e sofferta “salvezza”. Un mondo violento, nel quale Dio tutto ha devastato e dove anche i simboli religiosi sono residui inanimati, non è un caso se nella prima puntata, ad inizio serie, l’ambientazione è abbaziale e vediamo anche i resti devastati di una biblioteca . Il sogno parte da un vissuto doloroso, l’essere prelevata dalla casa del padre e trascinata, contro la sua volontà, dalla madre nella abitazione dove vive con il nuovo compagno e il fratellino minore. La mamma ha capito che il virus pandemico porterà alla devastazione totale, contrariamente all’ex marito. Anna dalla sua cameretta inizia così un viaggio immaginifico, una sorta di iniziazione, dalla foresta, una foresta insidiosa ma che imparerà a gestire per la sua sopravvivenza e quella di Astor, si ritroverà (dopo la fuga del fratello dalla loro “tana”) catapultata nel mondo, dunque per amore si trasformerà in una sorta di piccola madre. Fuori la devastazione, anche i bambini sono riuniti in squadroni allo sbando, violenti e con un destino segnato, perché “la rossa” salva i bambini ma li uccide, quando diventano adulti.

Un mondo che cerca la liberazione e la presa di consapevolezza (attraverso Anna e le sue avventure) non è altro che il mondo presente e se pur Ammaniti ha dichiarato che l’idea di una pandemia nasce in tempi pre – covid, la realtà che rappresenta è strardinariamente attuale.

Un mondo che cerca la liberazione e la presa di consapevolezza non è altro che il mondo presente e se pur Ammaniti ha dichiarato che l’idea di una pandemia nasce in tempi pre – covid la realtà che rappresenta è assolutamente attuale. E da bravo scrittore non può che indicarci una via, quella di ripescare i valori attraverso la parola. Le nuove regole che potranno salvarci trovano i loro semi in un diario, un libro che Maria Grazia, la mamma di Anna (Elena Lieti – i genitori moriranno entrambi affetti dalla rossa) lascia a sua figlia, un vademecum che dà utili indicazioni sia pratiche, che spirituali e di comportamento, suggerendo una via di misericordia verso chi è più debole.

Una storia dal taglio innovativo che libera un tasso di immaginazione e fantasia straordinari, una sfida di genere, un genere poco trattato in Italia.

Anna è un viaggio diverso, una grande opportunità di distrarsi con un viaggio forte, difficile, che coinvolge il sé bambino che è in tutti noi e lo risveglia, accompagnandoci in un viaggio senza adulti, ma pieno di di speranza.

Un racconto dal taglio innovativo che libera una tasso di immaginazione e fantasia straordinari, una sfida di genere, un genere poco trattato in Italia, in grado di rispondere ai nuovi obiettivi Sky e cioè lavorare oltre gli algoritmi, con forza narrativa e rompendo gli schemi.

Anna affronta un tema di grande attualità, l’unica memoria, in un mondo scevro di adulti, è un libro, un diario che una madre (indipendente, autonoma, fedele a se stessa) lascerà a sua figlia.

Anna affronta un tema di grande attualità, l’unica memoria, in un mondo scevro di adulti, è un libro che una madre (indipendente, autonoma, fedele a se stessa) lascerà a sua figlia, perché non esiste un futuro se non c’è un passato, del quale si sente ora la necessità di riappropriarsi, attraverso una figura femminile. Ed allora la centralità della parola si fa immagine e parla attraverso un nuovo linguaggio e soprattutto la metafora.

Un percorso salvifico che parte dalla Sicilia, terra considerata ideale per una natura ancora selvaggia, incontaminata, nella quale cercare un varco verso il futuro e l’umanità.

“Avevo concentrato la storia di Anna lavorando su una malattia, la rossa, un retrovirus, ancora in tempi non di covid, la sua esplosione ci ha colpito durante le riprese in Sicilia e mi ha lasciato davvero perplesso – ha raccontato Ammaniti – in realtà da sempre ho difficoltà nel vedere insieme bambini ed adulti (orchi, dai quali tentano di salvarsi inventando appunto storie). Nei precedenti romanzi ho immaginato bambini isolati in un loro mondo perfetto, ora ho voluto sperimentare i loro comportamenti quando si escludono gli adulti, “la rossa” è stata strumentale alla loro eliminazione”.

“Il nesso di casualità con il Covid 19 è importante, come il Covid questa malattia salva i bambini, in fondo sono gli adulti ad aver ridotto il mondo in questa terribile condizione. Nella serie l’unica eredità sopravvissuta agli adulti è la possibilità di salvezza che offre la parola, veicolata però attraverso la figura femminile; sarà sempre la mamma, con la sua forza e i suoi valori, a guidare Anna alla ricerca del fratellino scomparso e di una società migliore”, ha spiegato il regista.

Una storia ricca anche di effetti speciali come nella serialità americana e che non ignora le dinamiche psicologiche, attraverso una buona sceneggiatura e dialoghi di Ammaniti e Francesca Manieri.

Una storia ricca anche di effetti speciali come nella serialità americana, che non ignora le dinamiche psicologiche attraverso una buona sceneggiatura e dialoghi di Ammaniti con Francesca Manieri e accompagnata da una colonna sonora di spessore.

E’ ormai tempo di imparare a guardare, ripulire il pensiero, ascoltare davvero e dominare il fuoco.

Il motto che esce fuori è quello raccontato nel brano musicale di Cristina Donà, le sue parole sono perfette: è tempo di imparare a guardare, ripulire il pensiero, ascoltare davvero e dominare il fuoco.

Author: Maria Grazia Di Mario