Raoul Bova, innocente, condannato a 30 anni dalla Malagiustizia, ne diviene il paladino, in “Giustizia per tutti”
di Toto Torri
Ergastolo chiede il PM, commutato in 30 anni, qualche dubbio c’è, ma La Malagiustizia non salva l’innocenza di Roberto, stimato professionista fotografo, accusato di aver ucciso sua moglie Beatrice, un importante avvocato di un apprezzato studio torinese. In effetti l’accusa per Roberto è micidiale, ha contaminato le prove dell’efferato delitto. Roberto è Raoul Bova, che, per primo trova la moglie uccisa, la scuote, la tocca e questo per la giustizia è una feroce, anche se ingiusta, testimonianza di contaminazione dei fatti.
30 anni, una mazzata che Roberto dovrà scontare. L’innocenza dà coraggio al giovane fotografo, che non si dà per vinto. Che fa, in carcere studia e si laurea in legge, che gli permetterà legalmente di far riaprire il processo. La Malagiustizia viene sputtanata, Roberto torna a rivedere chiaro il sole, ma chi gli ridarà i suoi 10 terribili anni di galera, di ingiusta prigione, quale risarcimento potrà mai colmate quella buia, miserrima detenzione? Il fotografo è intelligente, se ne rende conto e cerca di ricomporre pazientemente i pezzi. Su tutto, il rapporto con sua figlia Giulia, ormai una giovane donna di circa 20 anni.
Un seriale feroce, umano, nato da fatti avvenuti e non rispondenti al principio ” La giustizia è uguale per tutti”, da qui “Giustizia per tutti” . Una fiction avvincente che ha convolto molto Raoul Bova il principale protagonista, il Roberto fotografo, lo pseudo omicida, chi più di lui sa quanto sia limpida la sua innocenza , tanto da diventarne il paladino. Non è un caso, che esista legalmente riconosciuta l’Associazione Vittime Malagiustizia, che è in continua agitazione, perché di fatti come quello raccontato nella fiction ve ne sono diversi.
L’avvincente storia è prodotta da Showblad, con RB Production e dalla stessa produzione di Raoul Bova. Con lui nel cast , la bellissima compagna Rocio, Munoz Morales, Anna Favella, Francesco Vetere, Marina Massironi, Maurizio Marchetti, Giuseppe Loconsole. Location la città di Torino, la serie andrà in onda ad aprile su Canale 5.
Raoul Bova, il giovanotto romano, nato da genitori di origini calabresi è un metro e 81 di gran bella figura , 49 anni, ha fatto girare la testa a molte non solo giovani donne e lui da timido incallito, ha concorso ad alimentare, suo malgrado, la fantasia femminile. Già da giovanissimo, nasce leader, a 15 anni vince il titolo italiano, 100 metri dorso. Poi molla, lo chiama lo spettacolo, la ribalta e inizia come aiutante di un programma tv “Scommettiamo che” , robettuola, il cinema lo scova, è alle porte un filmetto dal titolo altamente significativo ,”Mutande pazze”, per la regia di Roberto D’Agostino, stesso anno, 1992, è Stefano Reali a portarlo alla ribalta in “Una storia italiana” , racconto della coppia napoletana dei fratelli Abbagnale.
Ritornando alla fantastica carriera di Raoul, chi lo impose in realtà , fu Carlo Vanzina nel 1993 , con “Piccolo grande amore.” Un centinaio di film e fiction, ha nel suo curriculum l’attore romano, ha lavorato con registi importanti, e grande attenzione per i ruoli che in USA gli furono dati, e per i polizieschi, vedi la Piovra.
Noto per la sua bella presenza, è stato idolo di fans giovani e belle signore. Una vita privata che ha arricchito il gossip televisivo e dei rotocalchi. Sposa nel 2000, la veterinaria Chiara Giordano , figlia della famosa matrimonialista Anna Bernardini De Pace, dopo 13 anni si separa, un matrimonio in crisi da tempo raccontano le cronache e due figli amatissimi, 18, 19 anni, con i quali Raoul passa gran parte del suo tempo. L ‘incontro con Rocio Munoz fu fulminante, una felicissima unione dalla quale nascono due figlie femmine Luna e Alma,che sono bellissime e come non potrebbero…
t.t.