Teatro Tor bella Monaca: La Commedia degli Errori

Stagione teatrale 2017 | 2018

Teatro Tor Bella Monaca

martedì 12 e mercoledì 13 giugno ore 20.30

LA COMMEDIA DEGLI ERRORI

di William Shakespeare
Spettacolo del V Corso triennale 2015/ 2018 di Fondamenta La Scuola dell’Attore 

(traduzione di Nadia Fusini)
con Gaetano Carbone, Francesca Carocci, Eleonora Cimafonte, Sabrina D’Alonzo, Andrea D’Amico, Pier Francesco Di Consolo, Giuliana Di Dio, Federica Ferraro, Maria Lomurno, Chiara Lutri, Mariano Matrone, Veronika Miotto, Teresa Nardi, Felice Sibilano, Tiziano Taliani, Serena Tassan, Rita Tersigni, Cristian Zandonella.
regia di Graziano Piazza
costumi di Daniela Catone
coreografia di Paola Maffioletti
allestimento tecnico Simone Caredda
assistenti alla regia Serena Tozzi, Federico Lucidi, Vincenzo Iantorno

 

Sarà in scena al Teatro Tor Bella Monaca martedì 12 e mercoledì 13 giugno alle ore 20.30, LA COMMEDIA DEGLI ERRORI di William Shakespeare, spettacolo del V Corso triennale 2015/ 2018 di Fondamenta La Scuola dell’Attore.

Protagonisti: Gaetano Carbone, Francesca Carocci, Eleonora Cimafonte, Sabrina D’Alonzo, Andrea D’Amico, Pier Francesco Di Consolo, Giuliana Di Dio, Federica Ferraro, Maria Lomurno, Chiara Lutri, Mariano Matrone, Veronika Miotto, Teresa Nardi, Felice Sibilano, Tiziano Taliani, Serena Tassan, Rita Tersigni, Cristian Zandonella. Regia di Graziano Piazza.
ADRIANA: Passato è il tempo che senza bisogno di pregarti, spontaneamente, mi giuravi di non conoscere musica più dolce al tuo orecchio, né oggetto più grato alla tua vista, né tocco più grato al tatto, né cibo più gustoso al tuo palato, di quel che potevi ascoltare, vedere, sentire, ricevere da me. E ora, cos’è accaduto, cos’è accaduto, sposo mio, che tanto ti sei straniato da te stesso? Te stesso, dico: tu non riconosci più una parte di te, la miglior parte della parte migliore di te, che sempre unita e indivisa al tuo corpo e alla tua anima, più di ogni altra ti deve essere cara. Ah, non strapparti da me, resta unito alla tua sposa. Se tu gettassi in mare una piccola goccia, sarà più facile ritrovarla e riprenderla intatta che dividere te da me e io da te.

Atto II, seconda scena

 

Cade l’oliva, non cade la foglia

Alla stagione della cicala tutte le scuole -nel sollievo generale- chiudono. Fondamenta, che somiglia molto vagamente ad una scuola, vuole restare aperta. Compie dieci anni. Feste, no. Riflessioni, sì. Ci stanno, ci devono essere. La domanda radicale, scomoda, pericolosa è: la materialità del corpo-mente dell’Attore, la sua presenza, la sua relazione scenica con gli spettatori, la spontaneità rielaborata, la seconda natura si possono insegnare, si possono apprendere? Come? In quanto tempo? Una favola bella ha creato l’illusione che il percorso di apprendimento di un attore consista nell’incamerare orizzon­talmente tutto quello che un gruppo di insegnanti specializzati si propongono di impartire secondo un metodo ed un programma prestabilito (materie, corsi, esami, diplomi). Tutti paradigmi, strutture formali e modi di pensare del positivistico ordinamento scolastico. Una scuola che si propone un insegnamento uguale per tutti sarà una scuola impersonale. La scuola d’arte è un tempo -approssimativo ma ragionevole- per maturare sotto il vetro della serra. Un ambiente organico non aggregato meccanicamente in vista solo dello spettacolo. E allora? Andare oltre la codificazione, oltre le forme che non ci appartengono più, verso un sapere individuale, informale e segreto. Associazioni e rituali personali che alimentino il dialogo muto che ognuno intrattiene con il sé che vive in esilio. Le forme non più imposte divengano esperienza del proprio esserci. La scuola come guru collettivo, un habitat dove non circolino indulgenze e grate parole, dove nessuno sembri aver voglia di insegnare qualcosa, dove la sprezzatura del maestro inviti a rubare. Di nascosto. Una didattica senza programma ma con un progetto: dialogare anche con il maestro che non c’è. Con il passato, con la Storia. Acquisire l’abilità stocastica di pesare ad occhio, discer­nere quello che può servire, dalla zavorra che andrà in chiglia, spigolando (spigolamento: reato penale ai sensi C.R art.626, n° 3) tra i precetti, le regole, i suggerimenti, le indicazio­ni, gli equivoci, le oscurità, le frizioni, gli scontri in un luogo che vive in un contesto tempo­rale. Accanirsi soprattutto su ciò che si fa fatica a capire. Dove finisce la riva, dove comin­cia il mare? C’è di mezzo il vento, la marea, e magari la luna. Trasfigurarsi, mutare, matu­rare. Non c’è scuola al mondo che possa creare un attore, che crede di esserlo, ma non vuole diventarlo. I maestri non devono piacere: devono servire. Non sono compagni. Sono dei passeurs. Sono bagnini che sanno nuotare bene ma intanto insegnano a non affogare. In quale mare? Nel mar morto dell’ignoranza, della sciatteria, della presunzione, del narci­sismo, della credenza -non popolare, ma borghese- che l’Arte sia materia per sensitivi tormentati, sentimentali ispirati, cuori incompresi. Quando invece l’Arte è dei puri, dei sinceri, degli osservatori, dei ragionevoli, dei volitivi, dei creatori. Ecco: in una dimensio­ne non scolastica, quando la conoscenza verrà assorbita e adattata in profondità, la tecni­ca si incarnerà, cesserà di essere un problema, e verrà a galla, come un sughero, la doman­da essenziale: che fare di questa tecnica, dove indirizzarla, che senso darle. Verrà il tempo della transizione, il tempo in cui allontanarsi dalla scuola -anche rinnegandola, tradendo­la- per ricordarne il savoir faire, i dettagli còlti e non capiti, le ombre, i teoremi oscuri che da rompicapo diverranno scioglilingua. Quello che il setaccio avrà conservato si chiamerà ethos. La chiave sarà nel sole, alla finestra (Ginsberg).

Una scuola per amica (Mogol/Battisti) che poche volte impara e troppo insegna? 0 -meglio- che qualche volta impara e a volte insegna?

Sono sicuro che le allieve e gli allievi che stasera incontrano Shakespeare e la sua Commedia degli errori sanno tutto questo: infatti hanno da tempo la valigia sotto il letto.

Ma le scarpe? Perché -si sa- dal primo passo dipende l’ultimo.

Giancarlo Sammartano

 

Lo spettacolo è una produzione di Fondamenta Teatro e Teatri di Francesco del Monaco e Cristiano Piscitelli, con la Direzione artistica di Giancarlo Sammartano e la Direzione organizzativa di Fulvio Ardone.

Fondamenta Teatro e Teatri  è il progetto di Fondamenta La Scuola dell’Attore che favorisce il naturale passaggio dalla formazione alla professione.

 

 

Fondamenta Teatro e Teatri

e-mail: fondamentateatroeteatri@gmail.com
numero verde 800600828

 

 

Teatro Tor Bella Monacavia Bruno Cirino | 00133, Roma
all’angolo di viale Duilio Cambellotti con via di Tor Bella Monaca – BIGLIETTI
intero 10,00 Euro – ridotto 8,00 Euro – giovani 7,00 Euro – prezzo speciale GIFT CARD 7,50 Euro
info e prenotazioni 06/2010579
promozione@teatrotorbellamonaca.it

BIGLIETTO A 5,00 EURO RISERVATO AGLI ALLIEVI DELLA SCUOLA FONDAMENTA

 

RIDUZIONI PER I LETTORI DI MEDIA&SIPARIO, SALTINARIA e CULTURAMENTE

 

 

 

 

 

Author: redazione